Nemmeno la pioggia ha fermato la celebrazione della festa di S. Barbara che ha radunato attorno al monumento al mulo ed al suo conducente di piazzale Vittime delle foibe in Belluno le delegazioni di varie associazioni combattentistiche e d’arma. Dopo il saluto del presidente della Federazione provinciale dell’An.Art.I. Costante Fontana si è proceduto alla cerimonia dell’alzabandiera e degli onori ai caduti al suono dell’Inno nazionale e della “Canzone del Piave”. A seguire hanno portato il saluto delle rispettive amministrazioni il vice sindaco del capoluogo Paolo Gamba ed il consigliere provinciale Franco De Bon che si sono complimentati per la preziosa opera di volontariato svolta da molti dei presenti e per la presenza delle associazioni portatrici di valori di libertà, responsabilità e solidarietà nei confronti della collettività. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal vice presidente degli Artiglieri bellunesi, il giornalista Dino Bridda, che ha esordito nel ricordo di due amici artiglieri da montagna “andati avanti” di recente: il gen. Angelo Baraldo, tra i primi soccorritori del Vajont al comando di una batteria del Gruppo “Lanzo” del 6° Artiglieria da montagna e poi comandante della Brigata Alpina Tridentina e il gen. Domenico Innecco, già comandante della Brigata Alpina Cadore e dell’Artiglieria del 4° Corpo d’Armata Alpino. Nel suo intervento, poi, il relatore ha proposto una profonda riflessione su un passaggio di una lettera ai familiari scritta da Enrico Reginato, medaglia d’oro al valor militare, per dodici anni (1942- 1954) prigioniero in Russia. Ha infine concluso rimarcando l’attualità di alcuni moniti contenuti nel Kriegs-Kalendar di un prigioniero tedesco della Grande Guerra e inneggianti alla pace condannando la violenza bellica. La mattinata è terminata con la santa Messa nella chiesa di santo Stefano, celebrata dal vicario generale della Diocesi di Belluno-Feltre mons. Diego Bardin. A conclusione del rito religioso sono state recitate le preghiere dell’Artigliere, del Geniere e Trasmettitore e del Marinaio le cui Armi sono sotto la protezione della vergine Barbara di Nicomedia.