Una S. Barbara davanti al monumento al mulo e al suo conducente per la prima volta senza il suo autore, Massimo Facchin, scomparso qualche giorno fa. Ieri la cerimonia si è tenuta, come di consueto, nei giardini di piazzale Vittime delle foibe alla presenza di parecchie delegazioni con labaro di associazioni combattentistiche e d’arma provenienti anche da fuori provincia. L’incontro è stato aperto dall’alzabandiera e dalla posa di una corona d’alloro al monumento. Successivamente nel loro saluto il presidente della Sezione provinciale artiglieri Costante Fontana e il suo collega dell’Associazione dei genieri trasmettitori Damiano Scairato si sono richiamati alla comune patrona vergine di Nicomedia quale esempio di fortezza e ai loro rispettivi sodalizi entrambi impegnati a portare avanti valori fondanti per la civile coesistenza delle comunità. Per il sindaco Jacopo Massaro la stessa S. Barbara è stata anche idealmente protettrice dei nostri territori in occasione della recente calamità a seguito della quale il volontariato sceso in campo ha dimostrato medesima forza d’animo, grande efficienza ed amore per il territorio. Per la rituale allocuzione il giornalista Dino Bridda ha ricordato la presenza del Genio nei teatri d’operazione della Grande Guerra dove furono dispiegate tutte le specialità dell’Arma a supporto di altre Armi e Corpi e fu realizzato un numero notevole di opere viarie e per le comunicazioni in gran parte determinanti per la linea difensiva del Grappa e per la battaglia finale di Vittorio Veneto. La mattinata si è conclusa nella chiesa di S. Stefano dove il parroco don Lorenzino Menia ha celebrato la messa nel corso della quale sono state recitate le preghiere dell’artigliere e del caduto in guerra del Genio e delle Trasmissioni